Se le caratteristiche fossero confermate ufficialmente, questo S8 aprirebbe scenari veramente innovativi sotto tanti punti di vista. La potenza del processore sarebbe a detta di Samsung, 1.8 volte più veloce dell'attuale chipset montato su S7 Edge e la GPU più veloce addirittura dell'Adreno di Snapdragon 830. La Mali G-71 vanta una compatibilità con Vulkan, OpenGL ES 3.2, GPU compute, Android RenderScript e utilizza un'architettura chiamata Bifrost per una migliore esperienza in ambito VR. Quello che balza più agli occhi è la riduzione del processo produttivo da 14 nm, dell'attuale Exynos 8890, a 10 nm dell'entrante Exynos 8895.
QUALI SONO I VANTAGGI? E GLI SVANTAGGI CI SONO?
Ridurre le dimensioni lavorando sulla miniaturizzazione: migliora la resa produttiva con conseguente abbattimento dei costi, diminuisce il consumo elettrico e le temperature operative, permette di poter integrare più transistor ed aumentare così la potenza elaborativa.
Sostanzialmente, un processo produttivo più basso, si traduce: in minore distanza tra i componenti, minore passaggio di elettricità tra le unità, minore calore prodotto e maggiore velocità di elaborazione.
Non va omesso però che in questi piccoli processori, in virtù delle distanze ridotte, si verifichi anche in situazione di non utilizzo, perdita di corrente. Questo effetto è più accentuato quando le distanze si riducono, rappresentando un fattore cruciale da considerare quando si decide di intervenire sul processo produttivo.
In definitiva possiamo dire che su questo punto, le aziende blasonate come Samsung si stanno "giocando la partita", perché realizzare questo tipo di processori non è semplice e rappresenta un fattore fondamentale per la riuscita di ogni singolo modello.